La chiesa dipendeva dalla pieve di Baveno, ed un canonico di quelle collegiata doveva salire una volta al mese a celebrare messa. Non adempiendo i canonici a quest’obbligo, nel 1452 il vescovo di Novara obbligò un canonico di Baveno a risiedere in Carpugnino, col duplice titolo di canonico di Baveno e di parroco di Carpugnino.La dedicazione a S. Donato fa riferimento ai possedimenti che attorno all’anno Mille aveva in questa zona il monastero di S. Donato di Scozola (Sesto C.). L’attuale edificio (monumento nazionale), a tre navate con il presbiterio trilobato, è il risultato di numerosi interventi in epoche diverse. La struttura più antica, il corpo centrale, viene datato alla fine del XII secolo, ma sui resti di un edificio precedente pre-romanico, di cui restano tracce nella facciata (capitello e croce).
Nel XV secolo la chiesa fu ampliata con l’aggiunta delle due navate laterali terminanti con absidi semicircolari e con la sopraelevazione della navata centrale. Il vescovo Bascapè fece aggiungere il portico a tre campate e fece fare la copertura a volte. Nel 1666 fu edificato il battistero, mentre il campanile romanico, inclinatosi pericolosamente, venne ricostruito nell’Ottocento.
La pala d’altare raffigura s. Donato, e ai lati dell’altar maggiore vi sono le statue secentesche di s. Donato e di s. Carlo Borromeo. Sul vecchio altare un pregevole Crocifisso con due angeli. L’infelice decorazione pittorica è stata rinnovata negli anni Sessanta dal pittore Grimoldi.
Nella cappella a sinistra vi è la statua della Madonna del Rosario, opera degli intagliatori aronesi Verga con un’ancona in legno coi quindici misteri del rosario, donata nel 1640 da emigranti di Lucca, come recita la scritta: «Franciscus Donati, Andreas Cucchi, Guglielmus Rotti, Bernardus Peracchini, Julius Stefani, Petrus Stefani de Carpugnino in eorum devotione fecerunt Luccae MDCCXXXX».
La cappella a destra non è più quella descritta da don De Stefanis a metà Ottocento: «Intorno al 1650 nella navata meridionale fu posto l’altare della Circoncisione con ancona indorata, lavoro del valente pennello di Luigi Reali fiorentino colla data 1647. Nel luogo del ciborio, entro nicchia, fu messo un Gesù bambino in piedi di molta grazia e bellezza, operato in istucco nella città di Lucca, il quale viene esposto il primo giorno di ogni anno, con numeroso intervento di divoti a venerarlo».
Vi è ancora una pregevole tela, raffigurante: «Gesù bambino e s. Anna profetessa, non già la madre della Beata Vergine, come erroneamente crede il volgo».
La festa di Gesù bambino, il 1° gennaio, richiamava molti fedeli e in particolare gli ombrellai.
Lo scenografico sagrato è circondato dalle settecentesche cappelle della Via Crucis, che si concludevano con un ossario, adibito poi a ripostiglio.

Vittorio Grassi